Provincia di Bari
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La Provincia di Bari, con una popolazione di 1.255.228 abitanti, è la provincia più popolata della Puglia e la 5 in Italia. Si estende su una superficie di 3.825 km² e comprende 41 comuni. Affacciata a est sul mar Adriatico, confina ad ovest con la Basilicata (province di Matera e Potenza), a nord con la provincia di Barletta-Andria-Trani e a sud con la provincia di Taranto e la provincia di Brindisi. Nel 2004 è stata istituita la provincia di Barletta-Andria-Trani, alla quale aderiscono 7 comuni precedentemente inclusi nella provincia di Bari, sottraendo a quest'ultima una popolazione di circa 390.000 abitanti e 3 comuni della provincia di Foggia. I comuni della provincia di Bari interessati sono: i tre comuni capoluogo Barletta, Andria e Trani e quelli di Bisceglie, Canosa di Puglia, Spinazzola e Minervino Murge.
STORIA
Il territorio provinciale nel periodo pre-romano era abitato dai Peuceti, popolazione japigia proveniente dall'Illiria. La provincia di Bari prima era chiamata Terra di Bari, un'antica circoscrizione del Regno di Napoli, che corrispondeva all'attuale provincia di Bari e di Barletta-Andria-Trani compresi i comuni di Fasano e Cisternino, oggi in provincia di Brindisi. Confinava a nord con la Capitanata ed a sud con la Terra d'Otranto. Lo stesso nome individua oggi il solo territorio pianeggiante stretto tra le Murge e il mare Adriatico e comprendente la città di Bari e l'intero litorale dalla foce dell'Ofanto a Fasano. Nel 2005, "Terra di Bari" è stato designato dall'Amministrazione Comunale di Bari quale marchio per il marketing della costituenda "Area metropolitana". Bari - nome greco Βαριον (Barion), nome latino Barium. Non sono chiare le origini di Bari: dagli scavi nell'area della chiesa di San Pietro, nella città vecchia, sembra ipotizzabile l'esistenza di un originario insediamento dell'età del bronzo, appartenente al popolo dei Peucezi. Entrata a far parte del dominio romano, nel III secolo a.C. come municipium, Barium si sviluppò in seguito alla costruzione della via Traiana. Dal IV secolo fu sede episcopale e dopo la caduta dell'impero romano fu contesa tra Longobardi e Bizantini (l'attuale struttura della "città vecchia" risale a quest'epoca, e si articola intorno alla corte del Catapano) che nel 669 con l'imperatore Costante II la saccheggiarono. Successivamente fu in mano dei Berberi (dal 847 al 871 fu sede di un emirato[4]) e quindi dei duchi di Benevento. Nel 875 tornò ai Bizantini che la crearono capitale del thema di Langobardia, comprendente l'Apulia e la Calabria. Liberata, dopo sei mesi di assedio dai Saraceni, dalla flotta veneziana, nel 1002 si ribellò sotto la guida di Melo di Bari (nobile barese) al governo fiscale del catapano bizantino, riuscendo nel 1018 ad ottenere la propria autonomia. Nel 1068, la città di Bari fu assediata dai normanni, che la strapparono ai bizantini nel 1071, e nel 1087 vi furono portate le spoglie di san Nicola di Myra. Tra il XII e il XIV secolo fu porto di partenza per le Crociate. Nel 1098 nella cripta della nuova basilica di San Nicola, si riunì il famoso concilio presieduto da papa Urbano II, al quale intervennero oltre 180 vescovi riunitisi per discutere di problemi dogmatici inerenti ai rapporti tra la Chiesa Ortodossa e Chiesa Romana all'indomani dello scisma. Distrutta da Guglielmo il Malo, tornò a rifiorire in epoca sveva, intorno al castello fatto erigere da Federico II su preesistenti fortificazioni normanne. Un lungo periodo di decadenza caratterizzò a Alduino de Candida, Maestro della Regia Corte e Giustiziere di Bari dal 1284, le dominazioni angioina, aragonese, e spagnola, interrotto dallo splendore sotto gli Sforza, con le duchesse Isabella d'Aragona e Bona Sforza. Subì anche la dominazione veneziana, grazie alla quale si ebbe l’ampliamento del porto ed un periodo molto florido, favorito anche dal commercio di prodotti dell’entroterra, molto richiesti sui mercati esteri. Il 25 aprile del 1813, con Gioacchino Murat, fu posta la prima pietra dell'espansione cittadina al di fuori delle mura medioevali ("borgo nuovo", o "borgo murattiano"), caratterizzato dal tracciato ortogonale delle vie. La popolazione crebbe rapidamente dagli allora 18.000 abitanti ai 94.000 dell'inizio del XX secolo: divenuta capoluogo di provincia, vi trovarono sede edifici e istituzioni pubbliche (Teatro Piccinni, la camera di commercio, l'Acquedotto pugliese, il Teatro Petruzzelli, l'Università degli Studi) e la casa editrice Laterza. Durante il ventennio fascista fu costruito il lungomare monumentale ed inaugurata la Fiera del Levante, con la quale prese vita il disegno di "Bari porta d'oriente", consacrato negli anni recenti dal ruolo di "European gateway" assegnato dall'Unione Europea. A metà del XX secolo la città si era espansa ulteriormente, in modo disordinato, giungendo a sfiorare i 400.000 abitanti negli anni settanta e ottanta.
ECONOMIA
Il volto della Provincia di Bari ha un protagonista nelle dimore rurali. Va detto subito che la mancanza di acqua, la trascorsa insicurezza delle campagne per le frequenti incursioni dei Saraceni prima e poi per il brigantaggio, lo stesso tipo di economia agraria basata su una coltura estensiva di cereali, di olivi e vigneti, la pastorizia nelle zone dell'alta Murgia ed il lavoro agricolo affidato prevalentemente ai braccianti, hanno determinato la tendenza delle popolazioni agricole di questa provincia a vivere accentrate in grossi borghi, ora molti dei motivi elencati sono venuti meno; e la coltivazione razionalizzata nelle campagne e le nuove colture ne stanno trasformando la fisionomia. Lungo la costa le case e le ville si alternano agli orti, ed è sempre più raro lo spettacolo della « noria », del pozzo, da cui si traeva la scarsa acqua con l'asino bendato e paziente. L'economia della provincia è ormai avviata ad un intensa sviluppo anche industriale, turistico lungo la costa, tuttavia il quadro d'assieme è ancora caratterizzato dalla presenza di grossi centri abitati e, soprattutto nell'interno, da campagne poco abitate in cui sono disseminati, a segnare i confini delle colture e delle proprietà, bianchi muretti di pietre a secco e masserie che sono suggestivi esempi di architettura spontanea. Queste masserie sono veri monumenti. Hanno una struttura che, per il suo carattere un tempo anche difensivo, riecheggia la forma di veri e propri piccoli castelli (vedi i castelli in Puglia).