Storia Marche
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LA PREISTORIA : In diverse città marchigiane sono conservati oggetti di pietra, di osso e di metallo, tutti utensili e arnesi o monili lasciati dai primitivi abitanti della regione, stanziati qui sin dai tempi dell’età della pietra. Si trattava in genere di tribù o gruppi isolati con un’organizzazione molto più arretrata rispetto a quella dei Piceni, la prima grande civiltà marchigiana che abitava nella parte meridionale della regione. I Piceni si dedicavano alla caccia e alla guerra e raggiunsero un ampio dominio sul territorio attorno alla città di Ascoli. Nel resto della regione si insediarono altre popolazioni, fra cui gli Umbri all’interno, i Greci e i Galli lungo la costa. Tracce del passaggio dei Galli si ritrovano negli oggetti portati alla luce durante gli scavi archeologici, ma anche nei nomi delle località. Per esempio la città di Senigallia, che si trova lungo la costa marchigiana settentrionale ricorda la presenza dei galli Senoni.
IL DOMINIO ROMANO
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Le Marche entrarono a far parte del territorio di Roma nel 207 a.C. all’epoca di Augusto e divennero una delle province dell’impero con il nome Picenum. Numerose costruzioni ricordano al presenza romana in questa regione, come gli archi di trionfo eretti in onore di diversi imperatori a Fano e Ancona, gli anfiteatri dove si assisteva agli spettacoli, le porte di accesso alle città.
Ma due opere soprattutto hanno avuto un’importanza fondamentale nella storia successiva della regione: il grande porto di Ancona e la via Salaria. Il primo, voluto dall’imperatore Traiano, fece della città uno dei maggiori scali dell’Adriatico, ruolo che manterrà in seguito, quando l’originario porto romano sarà modificato e ampliato.
La via Salaria invece facilitò i contatti fra la regione e Roma, e in più permise il collegamento fra i due versanti della penisola. Questa strada, che collega Porto d’Ascoli alla capitale, venne costruita per portare a Roma il sale dell’Adriatico: ecco perché ha tale nome. Ancora oggi lungo il percorso della Salaria si possono vedere alcuni tratti della pavimentazione originaria.
Nelle Marche passa per qualche chilometro un’altra strada romana: la Via Flaminia che collega Roma a Rimini, attraversando la zona di Fano e Pesaro.
LE INVASIONI BARBARICHE
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Al crollo dell’impero romano anche le Marche furono soggette alle invasioni barbariche, che portarono fame, distruzione, desolazione e malattie. Il territorio fu smembrato e suddiviso fra Goti e Longobardi, mentre i Bizantini, che provenivano dall’Oriente, si insediarono lungo le coste. A testimoniare il succedersi di queste diverse dominazioni rimangono alcune opere d’arte, come le chiese, dove convivono diversi stili architettonici.
IL MEDIOEVO
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Alla fine dell’VIII secolo giunsero nelle Marche i Franchi dell’Imperatore Carlo Magno, che suddivise il territorio della regione in feudi, come già aveva fatto nel resto del suo immenso regno.
I feudi erano possedimenti di diverse dimensioni, governati da persone di fiducia dell’imperatore. Le Marche furono affidate al controllo del Papa, finché con il sopraggiungere dell’anno 1000 molte città decisero di governarsi autonomamente e si organizzarono in liberi comuni come Ascoli Piceno, Fermo, Iesi e Pesaro. In particolare Ancona, data la predilezione dei suoi abitanti per il mare, divenne una Repubblica Marinara e per lungo tempo fu rivale di Venezia nel commercio con il lontano Oriente. Col passare del tempo, in molti Comuni si affermò il dominio di alcune famiglie influenti e le città si trasformarono in Signorie: i Malatesta a Gradara, i Montefeltro a Urbino, i della Rovere a Senigallia riunirono i più grandi artisti del tempo invitandoli a creare opere i architettura, pittura, musica e poesia.
VERSO L’UNITA’ D’ITALIA
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Nel XVII secolo lo Stato Pontificio riaffermò la sua sovranità sulla regione e le signorie continuarono a governare i loro feudi con il permesso del Papa. Ma la situazione non si pacificò perché nel corso dei secoli successivi il territorio marchigiano passò sotto il controllo della Francia, per poi tornare allo Stato Pontificio.
Durante il Risorgimento molti partigiani marchigiani parteciparono alle lotte guidate da Garibaldi, finché nel 1860, a Castelfidardo, vicino ad Ancona, l’esercito sconfisse le truppe del Papa, permettendo alla popolazione di entrare a far parte del nuovo Regno d’Italia.
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