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I PRIMI ABITANTI
Durante gli scavi archeologici effettuati nella regione, sono stati portati alla luce numerosi reperti che appartenevano ai suoi abitanti primitivi. I primi insediamenti umani in Campania risalgono all'età della pietra, l'epoca preistorica che ebbe inizio circa 70.000 anni fa. A quel tempo gli Appennini erano ricoperti da una fitta e rigogliosa foresta, dove gli uomini si recavano per cacciare e raccogliere le piante selvatiche, visto che ancora non conoscevano l'agricoltura né l'arte di allevare gli animali. Gli archeologi hanno trovano numerose pietre scheggiate, utensili che l'uomo usava come armi per uccidere le prede o come attrezzi per pulire la carne e tagliare le piante. Inoltre sono stati ritrovati anche vasi e strumenti in ferro, che risalgono a un'epoca posteriore, quando l'uomo sapeva utilizzare il fuoco per plasmare oggetti più sofisticati.
LE COLONIE GRECHE
Nella seconda metà dell'VIII secolo a.c. alcune popolazioni provenienti dalla Grecia raggiunsero le coste della Campania e fondarono delle colonie, occupando in alcuni casi insediamenti già esistenti. Fra queste città, che divennero importanti centri culturali e commerciali del tempo, bisogna ricordare Pithecussae, costruita sull'isola di Ischia, Cuma, Partenope (che poi diventerà Napoli ), Ercolano, Pompei e Posidonia (Paestum sotto i Romani ), che invece si svilupparono sulla terraferma. Due di queste città, Pompei ed Ercolano, nel I secolo d.C., nel momento del loro mass imo sviluppo sotto la dominazione romana, vennero completamente sepolte dalle ceneri sprigionate dal Vesuvio durante un eruzione, e oggi sono luoghi archeologici tra i più interessanti della penisola: infatti le ceneri hanno cristallizzato tutto ciò su cui si posavano, conservandolo perfettamente integro nel tempo. Chi va a Pompei o a Ercolano può quindi visitare due città del passato che sono rimaste inalterate.
ETRUSCHI, SANNITI E LUCANI
Mentre sulle coste della Campania si sviluppava la civiltà greca, all'interno, nella parte centro-settentrionale, gli Etruschi occuparono un'ampia fetta di territorio. In breve tempo organizzarono i loro insediamenti fondando una federazione di dodici città, chiamata Dodecapoli, che aveva come capitale Capua. In seguito, nel corso del V secolo a.c., in Campania si stabilirono i Sanniti, una popolazione dell'Italia centrale, seguiti dai Lucani che, giungendo invece dalla parte meridionale della penisola, occuparono Posidonia, posta a sud della regione.
LA DOMINAZIONE ROMANA
Tra il IV e il III secolo a.c. la Campania venne conquistata dai Romani e conobbe uno dei periodi più fiorenti della sua storia. Infatti faceva parte assieme al Lazio della regione più importante dello Stato romano, quella che aveva come città principale Roma e che dominava su tutte le altre. I Romani, per consolidare il proprio dominio e rendere questo territorio più forte e organizzato, realizzarono diverse strade, fra cui la via Domiziana, la via Latina, la via Papilia e la via Appia, che sicuramente è la più famosa. La via Appia venne costruita nel 312 a.c. dal console Appio Claudio Cieco, per unire Roma alla Campania passando per la fertile pianura a nord del fiume Volturno. Ancora oggi si possono vedere alcuni tratti della via Appia antica ben conservati.
LE INVASIONI BARBARICHE
Nel V secolo d.C. l'Impero romano, dopo secoli di potenza, si disgregò e la Campania seguì la sorte di tutto il resto della penisola: per diversi anni venne tormentata dalle invasioni e dai saccheggi di alcune popolazioni provenienti dal nord Europa che i Romani chiamavano "barbari". Visigoti e Ostrogoti occuparono la regione a ondate successive, finché non si affermò il dominio di un'altra popolazione, i Longobardi, che rimasero in Campania per duecento anni. Durante la loro dominazione nella regione vennero costruiti castelli e strade, e alcune città che si affacciavano sul mare divennero importanti centri commerciali.
I NORMANNI
Il dominio dei Longobardi seguì quello dei Normanni. In questo periodo all'inizio del Medioevo ci fu un notevole incremento del commercio; l'agricoltura ricevette un forre impulso grazie al dissodamento di terre lasciate fino ad allora incolte e al miglioramento delle tecniche di coltivazione. La Campania sotto i Normanni trascorse circa un secolo di benessere, durante il quale l'assetto del suo territorio venne riorganizzato. Infatti la regione fu divisa in piccoli stari, chiamati feudi, affidati al controllo di un feudatario. Il centro di maggior prestigio in questi anni fu Salerno, dove tra l'altro nacque un'importante scuola di medicina che attirò studenti da ogni parre d'Europa.
SVEVI, ANGIOINI E BORBONI
Dopo i Normanni la Campania venne occupata dagli Svevi, un casato proveniente dal sud della Germania, che dominò su tutta l'Italia meridionale. In particolare uno dei sovrani di Svevia, Federico II, fece di Napoli un imporrante centro culturale. La regione passò poi sotto il controllo degli Angioini, un casato italiano, che la chiamarono Regno di Napoli. Nel 1503 tutta l'Italia meridionale divenne parte del Regno di Spagna e tale restò per due secoli. Oppressi dalle tasse e dal cattivo governo, gli abitanti della regione si ribellarono diverse volte contro gli Spagnoli, ma senza grande successo. Dopo un breve periodo passato sotto il dominio austriaco, nel 1734 il Regno di Napoli passò sotto la dominazione dei Borboni, un potentissimo casato spagnolo. I Borboni compirono alcune opere di bonifica e svilupparono nel napoletano alcune attività industriali, come quelle dell'arsenale e di altri cantieri navali, ma in generale trascurarono i numerosi problemi della regione. La dominazione borbonica durò quasi ininterrotta fino all'annessione della Campania al Regno d'Italia nel 1860.
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