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Provincia di Perugia

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PREISTORIA : Gli scavi archeologici effettuati in Umbria non hanno portato alla luce numerosi reperti, per cui non si hanno molte notizie sugli abitanti primitivi di questa regione. Si sa che in origine il suo territorio era popolato da piccole tribù, in cui i guerrieri godevano di grande considerazione poiché venivano sepolti con un ricchissimo corredo di armi. Presso Piediluco, vicino Terni, è stata trovata una grotta scavata nella roccia che si è rivelata una specie di grande cassaforte. Dentro era nascosto un recipiente di argilla che conteneva oltre 200 oggetti di bronzo fra asce, punte di lancia, spade, falci, scalpelli e ornamenti. Questo e altri simili nascondigli fanno pensare che le popolazioni umbre usassero gli oggetti preziosi come mezzo di scambio, proprio come oggi si usano le monete. Queste tribù primitive vennero sconfitte da due popoli con un maggior grado di civiltà: gli Umbri, insediati a nord del Tevere, che fondarono Spoleto, Todi e Assisi, e soprattutto gli Etruschi, a sud del Tevere, che a loro volta fondarono Perugia e Orvieto. 

LA CONQUISTA ROMANA : I romani nel 300 a.C. conquistarono L’Etruria, che comprendeva parte dell'Umbria e della Toscana e dopo circa cinquant'anni il territorio della regione era completamente romanizzato, cioè aveva assimilato la cultura dei nuovi dominatori. Durante l'occupazione romana e specialmente sotto l’impero di Augusto, alcune città, fra cui Perugia, Narni e Amelia, conobbero un grande sviluppo economico e furono abbellite da diversi monumenti. Fra le grandi opere ingegneristiche costruite dai Romani c'è la Via Flaminia che attraversava tutta la regione per collegare Roma alla città di Rimini sull'Adriatico. 

LE INVASIONI BARBARICHE :  Nel IV secolo d.C., con la decadenza dell'Impero romano la regione fu devastata dalle invasioni barbariche. Le città si spopolarono, l'agricoltura venne abbandonata, nelle campagne tornarono le paludi e vi furono anni e anni di carestia, resa ancor più grave da terribili epidemie di peste. L’Umbria fu così divisa fra i Longobardi, popolazione barbarica che veniva dal Nord Europa, e i Bizantini, che popolavano la pane orientale dell'Impero romano: i primi fondarono Spoleto, mentre gli altri si insediarono nel territorio di Perugia, dando vita a un poderoso sistema di difesa con rocche, castelli e poderose cinte di mura che, in diverse località umbre, si possono ammirare ancora oggi. Sempre in questo periodo acquistò molta importanza l'autorità della Chiesa, che offriva alla popolazione rifugio, aiuto e conforto. Sorsero in tutta la regione diverse chiese, monasteri e abbazie. 

I LIBERI COMUNI :  Nel IX secolo tutta la regione passò ai Franchi e Carlo Magno, il loro imperatore, la divise in feudi, porzioni di territorio affidate al governo dei va.ssalli, persone di sua fiducia. In Umbria i feudi ebbero una vita breve, perché dopo qualche tempo le città vollero governarsi da sole, Sorsero così i "liberi comuni", i più importanti dei quali furono Assisi, Foligno, Gubbio, Città di Castello, Perugia, Orvieto, Terni, Spello e Todi. In questo periodo l'agricoltura riprese vita, i commerci si intensificarono e le città vennero abbellite con palazzi e monumenti. A quei tempi Perugia godeva di un prestigio economico politico e culturale paragonabile a quello di Firenze. Mentre a poco a poco, uno alla volta, tutti gli altri comuni cadevano sotto il potere di alcune grandi famiglie, Perugia mantenne la sua autonomia fino alla metà del XVI secolo, difendendola in tutti i modi, anche con le armi, contro i nobili che tentavano di impadronirsi del potere. 

LO STATO DELLA CHIESA E IL REGNO D'ITALIA : L'epoca dei liberi comuni si concluse nel XVI secolo, quando tutta la regione passò a far parte dello Stato della Chiesa, che aveva il Papa come sovrano. Allora il pontefice, oltre che guida religiosa, era un capo politico come tutti gli altri e non esitava a ricorrere alle anni quando qualcuno attentava ai suoi territori. L'unificazione della regione nello Stato Pontificio, invece di rivelarsi vantaggiosa per le città umbre fu un disastro: ai cittadini furono imposte tasse fortissime e ingiusti fica te, venne limitato il commercio, l'economia vide diminuire la produzione dei manufatti più caratteristici e pregiati come la carta a Foligno e Temi, le stoffe di lana a Perugia, Foligno, Città di Castello e Norcia, le sete a Spoleto, il ferro battuto a Umbertide e le ceramiche a Deruta. Nel XIX secolo l'Umbria partecipò al Risorgimento, inviando centinaia di volontari a combattere nelle guerre d'Indipendenza. Finalmente, quando nel 1860 le truppe guidate dal Piemonte occuparono l'intera regione, anche l'Umbria entrò a far parte del Regno d'Italia.

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