Provincia di Viterbo
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Viterbo e i suoi dintorni sono un insieme unico di arte, tradizioni e memorie storiche, che ne fanno un polo culturale irrinunciabile per la conoscenza dell'Alto Lazio, area tra le più ricche della regione di attrattive culturali e ambientali ma a lungo rimasta ai margini dei grandi itinerari turistici laziali. Anche se per una lunga parte della sua storia recente Viterbo non si è trovata al centro del palcoscenico della storia, il passato della cittadina è stato senza dubbio lungo e glorioso, come ben si coglie nella qualità urbanistica ed edilizia del centro storico. Soprattutto il medioevo è stato il momento d'oro di Viterbo : papi e nobiltà si incontrarono e scontrarono tra le sue vie, mentre una della più importanti arterie di traffico a lunga distanza dell'epoca - l'antica consolare Cassia divenuta poi celebre con il nome di via Francigena- portava mercanti, eserciti e viaggiatori a transitare davanti alle sue porte. Una passeggiata nel nucleo entro la cerchia muraria offre l'opportunità di incontrare il medioevo vo tra i vicoli del quartiere San Pellegrino, ma anche l'epoca della potenza papale e del sorgere del dominio della nobile casata dei Farnese nei palazzi più importanti. La città presenta, nella parte antica, monumenti che rappresentano le più alte espressioni dell'arte medievale di tutto il Lazio. Alcuni di essi - come il palazzo dei Papi - hanno segnato la storia della Chiesa. Gli immediati dintorni di Viterbo, tra le colline che scendono dalle alture dei monti Cimini e le rupi di roccia scura su cui sorgono i borghi arroccati del passato, esemplificano le architetture e le forme insediative della Tuscia tufacea, con emergenze caratteristiche e insolite che accostano i valori ambientali dei compatti borghi medievali a geniali scenografie rinascimentali, severe creste tufacee, paesaggi boschivi, ondulazioni di colli.
Su un pianoro al margine dei monti Cimini, Viterbo è una
cittadina ricca di memorie storiche che può essere comodamente visitata a
piedi, seguendo il primo itinerario che si svolge lungo le tortuose strade e
piazze del centro cittadino. Dalla città di Viterbo, il secondo itinerario si
dirige a est sulla statale 204, in direzione della valle del Tevere, che si
raggiunge a Orte.
Lungo la via, in un paesaggio di colline scavate nel tufo, i
luoghi degni di nota non mancano: dal parco che circonda la villa di Bagnaia ai
caratteristici abitati di Vitorchiano, la stessa Orte e Bomarzo, arroccata su
una rupe a dominare il celebre Parco dei Mostri, vera e propria fantasia
cinquecentesca isolata nel cuore di un paesaggio di boschi e colline.
La zona che a oriente di Viterbo, si estende alle pendici dei monti Cimini fu per secoli area di soggiorno salubre, come testimoniano alcune raffinate residenze principesche tardorinascimentali (basti citare la famosa villa Lante a Basignaia).
La strada che dal capoluogo conduce verso i
confini orientali della Tuscia ripercorre antiche vie di comunicazione etrusche
tra i citati rilievi montuosi e la sponda destra del Tevere, ed è segnata da
insediamenti che conservano una chiara impronta dell'origine preromana,
evidenziando al tempo stesso l'evoluzione geologica del luogo. I segni più
tangibili del passato sono i complessi vulcanici, i cui crateri oggi più
evidenti sono indicati dai laghi di Bolsena e di Vico, che datano al
Pleistocene. Il percorso, tuttavia, è di particolare ineteresse per gli aspetti
urbanistici e architettonici medievali e rinascimentali. Mediavali sono molti
dei centri abitati, un tempo in rapido spopolamento ed oggi parzialmente
rivitalizzati dal turismo, mentre rinascimentali e manieristiche sono alcune
più belle opere che illustrano l'area.